“Mamma, cosa significa arrendersi?””Non lo so siamo donne!”

Quanto vengono valorizzate le donne e soprattutto le mamme in questo paese?

La risposta immediata e più gettonata sarebbe sicuramente “poco o niente”.

Con questo post invece voglio dimostrarti il contrario e convincerti che ci sono ancora opportunità che mettono al centro il valore delle persone e delle donne.

Ma prima lascia che ti racconti il perché di questa lunga pausa e cosa in questo ultimo anno mi ha impedito di condividere con te ricette, riflessioni e la mia quotidianità di mamma.

Magari ti sentirai meno sola dopo aver letto le prossime righe…

Ci sono periodi in cui ti senti in salita e tutto risulta difficile e complicato.

Periodi in cui fatichi a gestire le cose più semplici, figuriamoci crescere due figli e contemporaneamente essere produttivi con contenuti di valore e sempre aggiornati sul blog!

Momenti difficili in cui realizzi che devi abbassare le pretese e rallentare.

Notti insonni, bimba ad alta richiesta, sempre attaccata alla gamba e tu, abituata al primogenito esattamente l’opposto della sorella ti trovi disorientata e letteralmente sfiancata.

Arrivi a sera e ti rendi conto che non hai più le energie per sfruttare la fase serale quando i bimbi sono a nanna e metterti al lavoro.

Fatichi ad accettare la cosa, ma devi farlo e comunque la vivi come una sconfitta.

Tuttavia sai che devi riprendere in mano il timone, perché nonostante tutto non hai perso il tuo focus e vuoi continuare e portare questa nave verso la destinazione che ti sei prefissata.

Allora decidi di sfruttare l’alba, quando (in teoria) dovresti essere più fresca. Decidi così di alzarti ancora prima del solito.

Ma quando hai una bimba ad alta richiesta è impossibile anche questo, perché sente l’odore della mamma più degli altri bimbi! Capisce che ti sei alzata dal letto anche se un secondo prima l’hai sentita russare e qualsiasi intento si trasforma in una sfida continua!

Così va a farsi benedire anche tutta la tua pianificazione di azioni che avresti voluto compiere all’alba!

Realizzi ancora una volta che i figli sono tutti diversi. Con il primo riuscivi a sfruttare anche i momenti di gioco libero e autonomo per per combinare qualcosa e mantenere fede alla tua pianificazione, con la seconda trovi sia impossibile.

E la frustrazione aumenta.

A questo aggiungi le urla e gli acuti di una bimba che si avvicina ai “terrible two” che dopo le 16.00 diventano di due  fratelli che litigano per questo o quel gioco.

Arrivi a sera con il cervello letteralmente frullato e le orecchie che invece di sentire gridano aiuto!

Ti ritrovi in questa situazione? E’ famigliare anche a te? Ti avevo avvisato che non ti saresti sentita sola! 😉

E la frustrazione aumenta ancora quando, davanti a tutto ciò,  chi ti sta intorno, poco o tanto dà per scontato il tuo lavoro/non lavoro di mamma.

Un classico? Il marito che rientra a casa e ti dice che dopo una giornata di lavoro è stanco e rientrare a casa, trovare bimbi urlanti perché stanchi e affamati e moglie esausta non è sopportabile e per il suo sistema nervoso è troppo!

Già.. Ci sono mariti che esprimono queste pretese ogni giorno e che non si adoperano minimamente a collaborare nella gestione di casa e figli e mariti (come il mio) che nonostante tutto rientrano a casa e si rimboccano le maniche.

Tuttavia la frase “mi stanco meno a lavorare” oppure ” arriva il week end e non si riesce a riposare ” ecc.. sono arrivate anche alle mie orecchie.

Il punto è che il nostro non è considerato un lavoro ( lavoro/non lavoro ..ricordi?) poiché di fatto non porta a fine mese uno stipendio.

Questo è il messaggio che chi ci governa continua a far passare e che gli uomini, da sempre, oggi molto meno per fortuna, sottolineano rientrando a casa ed esternando frasi tristi che fanno rabbia come quelle appena citate.

Questo articolo non vuole essere una denuncia femminista anzi!

Già perché se volessi peccare di femminismo dovrei fermarmi qui e invece?

Invece ti dico che ci sono anche molte donne, mamme e non, che con atteggiamento giudicante ti ricordano che L’HAI VOLUTO TU, che lo hai desiderato tu un figlio e che TU hai deciso di rimanere a casa a crescerlo anziché continuare con la tua carriera e barcamenarti tra nido, tata, nonni e le varie esigenze dei figli che si ammalano, crescono e richiedono, giustamente, una guida che li accompagni.

Ma vorrei dire a queste persone, uomini o donne, che fanno queste considerazioni: avete mai pensato cosa ne sarebbe della nostra società, del mondo, del futuro, di voi stessi che siete a questo mondo, cosa ne sarebbe se non ci fossero le mamme che decidono di mettere al mondo un figlio e di volere quella bicicletta che tanto dite che ora dobbiamo pedalare?

Chi ha stabilito che il lavoro di una mamma debba essere scontato, non pagato e soprattutto considerato dal mondo del lavoro un problema?

Aspetta aspetta.. riassumiamo un attimo.

Io metto al mondo uno, due tre figli e faccio un favore allo stato che ha  così  qualcuno a cui affibbiare una parte del suo debito pubblico e che presto potrà ( forse ) contribuire a pagare le pensioni. Ma lo stesso stato a cui ho fatto questo enorme favore non solo non mi paga, ma sminuisce il mio lavoro considerandolo un’attività da niente che non comporta sacrifici né rischi né si adopera in alcun modo per creare condizioni favorevoli alle mamme che scelgono o devono rientrare al lavoro.

Ma vorrei ricordare un po’ a tutti coloro che sono convinti che sia un’attività da nulla alcuni dettagli.

  • Devi essere in grado di lavorare in piedi, chinato, in movimento o portando sulle tue spalle dei pesi per gran parte del tempo e avere molta resistenza.
  • Devi essere disponibile 135 ore alla settimana, quindi H 24, sette giorni su sette.
  • Non ci sono pause, e il pranzo spesso avviene dopo aver soddisfatto tutti i bisogni dei piccoli.
  • In questo lavoro devi avere e saper mettere in pratica tutte le tue doti di negoziazione e relazione interpersonale.
  • Devi occuparti della salute di tutti i componenti della famiglia anche se tu non sei in forma e ti ammali, quindi non esiste il diritto a prendersi un periodo di malattia.
  • Devi avere competenze in tema finanza e saper pianificare tutte le spese e avere doti culinarie.
  • E’ un lavoro che richiede la capacità di ricoprire numerosi ruoli.
  • Non ci sono ferie, anzi durante le feste il carico di lavoro aumenta.
  • Reperibilità h 24 come si diceva sopra, il che vuol dire avere la forza di sostenere una notte in bianco anche dopo una giornata intera di lavoro.

Tutto questo, come già detto non prevede alcuna retribuzione.

Il punto è proprio questo, se fosse prevista ( e non entro nel dettaglio di quanto un lavoro del genere andrebbe retribuito) sarebbe riconosciuto come un vero lavoro e come tale rispettato da tutti.

Nella realtà dei fatti questo non accade quasi mai e non c’è cosa più triste e snervante vedersi arrivare il marito/compagno a casa, persona che aspetti con ansia sperando di avere un po’ di sollievo, e sentirsi dire “sono stanco”, “non voglio urla”, “stavo meglio in ufficio”, “che disastro e confusione in questa casa” ecc…

Ma in una società con una mentalità ancora così limitata e poco lungimirante è possibile trovare chi fa la differenza?

Esistono realtà, aziende, opportunità che mettono al centro il VALORE DELLE PERSONE IN PRIMIS DELLE DONNE?

La risposta è SI’!

In una società dove molte imprese hanno la libertà di mettere alla porta le mamme quando rientrano dalla maternità e altre (soprattutto quelle piccole) che hanno serie difficoltà a gestire le assenze per maternità perché non supportate dallo Stato, emergono nuove opportunità che mettono al centro la meritocrazia, dove sesso, età, competenze non contano nulla, ma ciò che è importante e che viene premiato è l’impegno che ci metti nel tuo lavoro.

Opportunità dove valore, etica, rispetto, amicizia e fiducia sono gli elementi chiave per poter lavorare.

Dove si può conciliare famiglia e lavoro e la maternità è rispettata.

Opportunità che sono in grado di tirar fuori il talento che c’è in te, basta essere disposti ad aprirsi e mettersi in ascolto.

Dove hai la possibilità di crescere come persona ancor prima che come lavoratrice.

Credi sia impossibile e pura utopia? Assolutamente no!

Quindi se mi hai letto fin qui e il mio racconto ti ha riportato a una situazione a te familiare.

Se sei stanca di lavorare H.24 senza ricevere alcuna gratificazione.

Se senti quindi la necessità di riscattarti come donna in primis e poi come mamma.

Scrivimi in privato e sarò lieta di raccontarti cosa sta cambiando la mia vita di mamma lavoratrice!