“Prima di essere schiuma saremo indomabili onde” – Cesare Pavese-

” La rabbia è non solo inevitabile, è necessaria. La sua assenza indica indifferenza, la più disastrosa delle mancanze umane” – Arthur Ponsonby-

 

Se sei una mamma di un bimbo di 2 anni e mezzo come me avrai sicuramente a che fare con capricci ed esplosioni di rabbia incontrollabili che possono mettere a dura prova la pazienza di un genitore disorientandolo completamente.

Sempre alla ricerca di risposte e consigli su come affrontare al meglio le varie fasi di crescita di mio figlio , quando siamo entrati nella fase dei Terrible Two ho iniziato a documentarmi, oltre che chiedere consigli alle educatrici del nido, per riuscire nel limite del possibile a gestire quelle situazioni che mamme come me si trovano ad affrontare , ma spesso non sanno gestire.

Ho letto vari post su internet, qualche spunto l’ho trovato sul libro ” Il linguaggio segreto dei bambini” di Tracy Hogg e infine di recente ho studiato il libro ” Lascia che si arrabbi” di Francesca Broccoli che trovo molto utile perché aiuta a distinguere i capricci dai momenti di rabbia. Così ho pensato potesse essere utile condividere con voi alcuni punti che ho trovato interessanti di questo libro e che riassumo qui di seguito.

Le emozioni vanno ascoltate

La rabbia è un emozione che va vissuta, dobbiamo insegnare ai nostri figli a viverla, gestirla e non soffocarla ( si pensa di semplificargli la vita, ma è un’ emozione che prima o poi si troveranno ad affrontare). E’ un emozione fondamentale per l’essere umano ed è importante nel percorso di crescita del bambino. Per gestirla devono capire che arrabbiarsi è legittimo, ma devono imparare come fare e questo è possibile solo vivendola guidati da noi genitori.

Un bambino, come qualsiasi altra persona, può essere molto arrabbiato senza necessariamente esprimerlo a parole o a gesti. Ecco perché è importante osservare i comportamenti dei nostri piccoli, perché a volte possono essere arrabbiati e modificare il comportamento nella routine quotidiana. Vengono definite infatti forme silenziose di rabbia, come il rifiuto del cibo, un sonno disturbato, un cambiamento nel modo di comportarsi ( da bimbo angelico diventa improvvisamente un bimbo ribelle) ecc..

Non confondiamo la rabbia con aggressività e violenza, i bambini non hanno ancora le capacità cognitive ed emotive per agire con violenza.

L’aggressività è un comportamento che può danneggiare l’altro o se stessi senza necessariamente essere distruttivo.

La violenza è un azione orientata a risolvere il problema attraverso l’eliminazione dell’altro. Obbiettivo: annientare l’avversario. Nell’atto di violenza non c’è ricerca di una soluzione. Lo scopo è l’eliminazione dell’altro.

I bambini imitano quello che vedono: lo stile del figlio è quello della famiglia.

Quante volte noi genitori reagiamo dicendo:

” C’era bisogno di arrabbiarsi così? Di fare scenate del genere? Non potevi parlare e basta?”

“Ma io ho parlato!”

“No tu hai urlato”

“Io ho parlato e urlato come fai tu!!”

Quante volte ho contato fino a dieci per poi perdere la pazienza. Quante volte non sono stata in grado di gestire la situazione e ho urlato.. Stanchezza , stress, frustrazione.. A volte ti fanno perdere il controllo della situazione e non riesci ad aiutare tuo figlio a gestire momenti di rabbia o una scenata di capricci e così finiscono per imitarti! Niente di strano per certi versi, perché i bambini imparano anche da questo, anche i genitori vivono certe emozioni negative, anche loro perdono la pazienza  e alzano il tono di voce portando la situazione al limite senza trovare soluzione. L’importante è fare un passo indietro. Una volta calmate le acque confrontarsi con i propri figli, di qualsiasi età, fare pace e discutere delle emozioni provate. Samuelino passata la furia della tempesta mi dice ” mamma pace, coccole, cusa..”

Come mai il bambino usa la rabbia come tramite così spesso?

“Il nostro linguaggio, razionale, verbale, lineare non è il linguaggio dei più piccoli, non è il linguaggio che loro usano per raccontare come stanno, per esprimere i loro bisogni e riferire come si sentono.” spiega Francesca Broccoli nel suo libro “Lascia che si arrabbi. “I bambini non hanno una buona padronanza delle loro emozioni, stanno imparando cosa sono, come si possono gestire. Può capitare che mentre apprendono l’arte di comprendere ed esprimere le proprie emozioni siano confusi e non facilitati dal confronto con alcuni ambienti di adulti che semmai minimizzano alcuni vissuti drammatizzandone altri. Ci sono fasi evolutive in cui la rabbia svolge una vera e propria funzione di crescita, per cui dovremmo preoccuparci della sua assenza piuttosto che della sua presenza.”

“Dietro a un comportamento di rabbia c’è sempre un bisogno” continua la Broccoli ” Tramite la grande furia il bambino tenta di trovare una soluzione, anche se noi non ne condividiamo le modalità, lui non è ancora riuscito a trovare modo migliore. Il livello di tensione dell’organismo cresce, e il bambino deve scaricarla. Lo fa istintivamente con il corpo e più è piccolo più il corpo è la via di comunicazione.”

Ecco perché è importante seguire e accompaganre i nostri bambini, per aiutarli a esprimere quel bisogno con modalità diverse.

La rabbia a 2 e 3 anni

Ovviamente come mamma di un bambino di due anni e mezzo la mia ttenzione si è focalizzata su i famosi Terrible two.. In questa fascia di età la rabbia infantile incomincia ad essere tema bollente per noi genitori. Rimaniamo spiazzati da:

  • Accessi d’ira
  • Urla acute
  • pestate di piedi

Ecco i famosi capricci!! Urla, calci , lamentele, morsi e rotolamenti per terra e la cosa peggiore è che spesso si verificano in pubblico rendendo tutto ancora più imbarazzante. Non è un caso. I bambini hanno una sensibilità particolare e sentono quando siamo più vulnerabili e ricattabili.

Ma che cos’è un capriccio?

“Un capriccio è generalemente la risposta del bambino a una richiesta non esaudita da parte dell’adulto oppure il rifiuto del bambino a soddisfare un’istanza dell’adulto” spiega la Broccoli.  “Per il bambino opporsi rappresenta una tappa evolutiva di grande significato. Dire no e protestare contro i divieti di mamma e papà o contrastare le loro richieste è un modo per attivare e agevolare il necessario processo di separazione dai genitori.”

“Il bambino ha bisogno di cominciare a percorrere la lunga strada che lo condurrà alla costruzione di una sua propria e specifica identità. L’opposizione del capriccio significa autonomia decisionale, significa che c’è una differenza tra ciò che sono io e ciò che sei tu.”

Dunque i “no” sono meccanismi che servono al bambino. Se non ci fossero non avrebbe mai la possibilità di sperimentare i propri confini.

I bambini hanno bisogno di sentirsi guidati

E’ importante durante la fase del capriccio e di esplosione di rabbia far capire al bambino che siamo noi a tenere il controllo della situazione. Deve sentirsi guidato, contenuto e deve sapere che il potere non è una sua completa responsabilità.

In tutte quelle situazioni di “richiesta non esaudita” è importante cercare di mantenere un tono tranquillo e sereno. Il bambino capisce che il genitore non è ricattabile e rappresenta invece un vero punto fermo.

I genitori devono essere consapevoli della posta in gioco. Se il genitore sa che un bambino di 3 anni è arrabbiato perché sta faticosamente esplorando i confini del proprio potere oppure perché sta attraversando un cambiamento importante ( come un trasloco, l’arrivo di un fratellino..) può  reagire nel modo più costruttivo per il tipo di situazione.

Qualche soluzione per risolvere i capricci e placare la rabbia

  • Allontanarsi dal bambino: l’unica fase in cui può avere senso è quella del capriccio, spiegando comunque cosa si sta per fare.
  • Usare un linguaggio giocoso potrebbe essere una soluzione. Abbassiamoci all’altezza dei suoi occhi di bambino e cerchiamo un linguaggio giocoso e creativo più simile a quello di un bambino per parlarne.
  • Convalidare l’emozione dicendo per esempio ” capisco che sei arrabbiato, stanco, affamato..” senza però giustificare il comportamento negativo. Questo permette al bambino di sentirsi accolto, compreso e si apre all’ascolto reciproco.
  • Non cedere al permissivismo assoluto. Non lo aiuta a capire quali sono i confini.
  • Banditi gli atteggiamenti duri ed eccessivamente severi. Criticare il bambino quando si arrabbia o peggio ancora punirlo o umiliarlo rinforza i suoi comportamenti oltre a mortificarlo.
  • Adottiamo un processo di contenimento: nonostante le proteste e le scenate, un bambino trarrà un gran giovamento dall’azione di contenimento che i genitori sono in grado di esercitare. Capirà di avere vicino  degli adulti più forti di lui, in grado di rassicurarlo nel bene e nel male e si sentirà quindi più tranquillo e sicuro. Pian piano le frustrazioni saranno occasioni per imparare a tollerare ciò che non è piacevole. Un’idea alternativa e creativa per attivare il processo di contenimento potrebbe essere quello di proporre al bambino di costruire dei contenitori nei quali depositare le varie emozioni e realizzarli insieme. Si potrebbe quindi ottenere un cestino per la rabbia, una scatola per la paura, un sacchetto per la tristezza e una borsa per la felicità. In ognuno di questi il bambino potrà depositare lettere, disegni, oggetti legati a episodi di rabbia, tristezza, paura e felicità.
  • Proporre un angolo della casa dove il bambino può decidere di andare per ritrovare la calma e accompagnarlo, se lo richiede. Mio figlio ha scelto il gradino che porta al piano di sopra e spesso ci va da solo, dopo qualche minuto torna e dice  “mi sono cammmato!” 🙂

In conclusione il consiglio finale della Broccoli è “avere uno scambio aperto, divertente e giocoso con i nostri figli, anche sui temi seri, perché per i bambini non c’è niente di più serio e importante del gioco. E forse anche noi adulti dovremmo riappropriarci di questo importante segreto della vita. Non per arrabbiarsi meno, ma per arrabbiarsi meglio!”

Vado a costruire i contenitori per le emozioni con mio figlio! Chi vuole fare questa prova? Sarebbe bello raccontarci come hanno reagito i nostri figli a questo nuovo modo di gestire le loro emozioni! Aspetto i vostri commenti! Arrivederci al mio prossimo post!