Mangia quando hai fame. Bevi quando hai sete. Dormi quando hai sonno.  -Proverbio buddhista-

Quando sono rimasta incinta di Samuele , appena ho sentito il suo cuoricino battere durante la prima ecografia, mi sono fiondata in libreria a scegliere un po’ di libri sulla gravidanza e la nascita. In mezzo a tanti volumi belli colorati e pieni di illustrazioni, mi ha colpito un libro piccolo dal titolo “Il linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg . Dopo aver letto la descrizione sulla copertina non ho esitato e l’ho comprato . Il titolo la diceva lunga su quello che sarebbe stato il lavoro che da lì a qualche mese avrei dovuto affrontare da neo mamma e così ho pensato che sarebbe stato davvero utile per iniziare al meglio questa fantastica e straordinaria esperienza.

Con internet e i social network siamo tempestati, oltre che dai pediatri, di teorie che spesso seguono la moda del momento e che il più delle volte si basano su concetti molto estremi.. Questo libro invece è la giusta via di mezzo che ti aiuta a seguire i bisogni del bambino senza però annullare completamente la tua esistenza. Leggendolo ho capito che i nostri figli crescono felici se hanno delle regole , se dietro c’è un genitore che li aiuta a stabilire una routine il più possibile sempre uguale. Si, perché i rituali li fanno sentire più sicuri, sanno cosa aspettarsi, sanno che non è loro responsabilità gestire la giornata e questo li fa sentire più tranquilli e quindi crescono più sereni .
Con questo post vorrei condividere con tutte le mamme una delle parti più importanti di questo libro che mi hanno aiutato con il tempo a gestire il mio piccolo .

La ricetta del successo: una routine strutturata

Rientri dall’ospedale e dopo qualche giorno ti senti confusa, in ansia e sopraffatta dagli eventi, ma soprattutto in crisi di astinenza di sonno! Con questo non voglio dirti che se imposti una routine da subito avrai nottate lunghe di sonno, però la vita di tutti, in primis quella del bambino, sarà più prevedibile e quindi tutti saranno più tranquilli perché anche durante la giornata potrai poi facilmente godere di attimi , all’inizio brevi poi sempre più lunghi tutti per te da dedicare al riposo o alle faccende domestiche o agli altri figli se c’è ne sono già.
Io per prima non posso dire assolutamente di aver goduto di nottate lunghe di sonno e giornate tranquille. Samuele ha sofferto di un reflusso gastrico importante da subito che lo rendeva nervoso e facilmente irritabile notte e giorno. Si tranquillizzava in braccio perché accovacciato sul mio petto era la posizione che gli faceva sentire meno l’acidità. In è più nato pre-termine e un po’ sottopeso quindi mangiava spesso e con tempi lunghissimi perché faceva fatica a ciucciare sia dal seno che dal biberon.

Non si tratta di vivere guardando l’orologio, anzi, ma portare un po’ di coerenza e ordine nella vita del bambino .
Pensateci bene, concentratevi sulla vostra routine quotidiana , chiunque anche inconsciamente segue dei rituali già dalla mattina fino all’ora di andare a letto la sera. Come vi sentite se uno di quei rituali improvvisamente salta? Un blocco stradale che vi fa arrivare tardi al vostro appuntamento, un guasto di prima mattina alla caldaia mentre vi state facendo la doccia.. Sono inconvenienti che possono mandare in tilt una giornata. Perché dovrebbe essere diverso per i neonati ? Io cerco sempre di ragionare dal punto di vista del bambino ma anche immedesimandomi nella situazione: come sarebbe se accadesse a me? Questa prospettiva aiuta spesso a capirli meglio.

Leggendo e ascoltando anche racconti di mia mamma, di come le avevano consigliato di seguire per esempio l’allattamento al seno ho notato che si è passati dall’allevare i neonati secondo rigidi schemi ( non è un caso che mia mamma abbia perso il latte a soli tre mesi) al l’imperativo di oggi di lasciar fare al bambino per favorire il suo naturale sviluppo . Ma non dimentichiamo che è solo un bambino, non sa ancora cosa è bene per lui. C’è una  grande differenza tra rispettarlo e permettergli di decidere ogni cosa. È lui che fa parte della nostra vita e non il contrario. Se gli permettiamo di dettare legge, facendolo mangiare e dormire quando ne ha voglia si finisce nel caos più completo. Dobbiamo essere noi genitori a guidarlo e a insegnargli come si fa e questo è possibile solo impostando una routine quotidiana.
Ma come si fa? L’autrice suggerisce un metodo che si chiama E.A.S.Y vediamolo insieme.

Easy accontenta tutti

La puericultrice illustra il programma E.A.S.Y come un periodo di tempo ricorrente nel corso della giornata e della durata di circa tre ore, in cui ognuno dei momenti che seguono si presenta nel seguente ordine:

allattamento naturale, mamma, neonatoE- Eating.

E’ il momento della poppata. Che si tratti di allattamento al seno o artificiale, nutrirsi è il bisogno primario dei neonati. Sono infatti considerati delle “macchine” divoratrici di cibo: in confronto al perso corporeo, assorbono il doppio e anche il triplo delle calorie di una persona obesa.

 

 

A- Activity

Il cambio pannolino, il bagnetto, il tempo passato nella sua culla o sulla sdraietta a fare versetti è il periodo di attività dei neonati.

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Al periodo di attività segue necessariamente un periodo di riposo. I neonati hanno un importante bisogno di dormire. Durante il sonno continua lo sviluppo e la crescita del sistema nervoso. E, per amor di autonomia, è importante che lo facciano nel loro lettino. Ma di questo ve ne parlerò in un altro post.

Y-You

Finalmente il tempo per noi mamme.. Quando il bambino dorme arriva il nostro turno. Sicuramente i periodi di riposo saranno molto brevi i primi tempi, ma credetemi, man mano che il piccolo cresce, a periodi di veglia un po’ più lunghi corrisponderanno pisolini più lunghi. Questo accadrà più facilmente però se insegniamo loro una routine il più presto possibile.

In questo modo ogni poche ore avremo la possibilità di riposarci, rigenerarci e una volta riprese di svolgere tutte le incombenze. Non bisogna dimenticare che le prime sei settimane la mamma ha un bisogno importante di recuperare energie sia dal punto di vista fisico che emotivo.

Questo programma rispetto ad altri sistemi usati in puericoltura è quella via di mezzo pratica e sensata di cui vi parlavo che io ho trovato molto utile.

Gli estremi sono da evitare, non fanno bene né alla mamma né al bambino

Pensateci bene: quando si parla di educazione dei bambini si estremizza sempre . Da una parte si trovano quelli che è bene lasciarli piangere e disperare un pochino e che non bisogna viziarli prendendoli in braccio ogni vollta e che comunque devono adattarsi rigidamente alla nostra vita, seguendo i nostri bisogni. Dalla parte opposta si trova la filosofia oggi più popolare , secondo la quale bisogna “assecondare il bambino” in tutti i casi cercando di soddifare qualsiasi suo bisogno. Questo però vuol dire rinunciare completamente alla propria vita!

In verità io non credo in nessun dei due metodi perché con il primo rischi di non rispettare tuo figlio e con il secondo non rispetti te stessa e il resto della famiglia.

I bambini hanno bisogno di una routine tanto quanto noi ecco perché il metodo E.A.S.Y. funziona.

Io l’ho messo in pratica appena Samuele ha iniziato a recuperare un po’ di peso e a fare meno fatica a mangiare. Mi sono trovata bene e lo consiglio a tutte le mamme!

Voi cosa ne pensate? Lasciatemi un commento!

Nei prossimi post vi parlerò in maniera più approfondita delle quattro lettere di E.A.S.Y.